martedì 29 novembre 2011

Massimo

Siamo diventati un po’ più grandi 
Prendendo i treni per il centro
E poi bevendo molto più di sera
Siamo cresciuti in fretta solitari e forti 
Perdendo i pezzi contro il vento                  
E poi vivendo anche per chi non c’era                                 
Tenendo stretta questa sola verità                             
Tenendo duro e nessuna resa 
Nessuna resa mai
Siamo diventati un po’ più soli
Cercando scale per il cielo             
Così feriti e ancora sempre così soli                             
Ma la mia anima ti giuro amico mio
Sarà più dura di un diamante                 
Se incontrerò i tuoi occhi    
Tra tra la mia gente                                       
Tenendo stretta questa sola verità                           
Tenendo duro e nessuna resa 
Nessuna resa mai
Nessuna resa mai                       
Nessuna resa mai                 
Tenendo stretta la mia sola verità
Tenendo duro e nessuna resa, nessuna resa,  
Nessuna resa, Nessuna resa mai                        
Nessuna resa mai  
Nessuna resa mai 
Nessuna resa mai 

giovedì 17 novembre 2011

Bob

Old pirates, yes, they rob I,
Sold I to the merchant ships.
Minutes after they took I,
From the bottomless pit.
But my hand was made strong,
By the hand of the All Mighty.
We forward in this generation,
Triumphantly.
Won't you help to sing
These songs of freedom ?
'Cause all I ever had,
Redemption songs,
Redemption songs.
Emancipate yourselves from mental slavery,
None but ourselves can free our minds.
Have no fear for atomic energy,
'Cause none of them can stop the time.
How long shall they kill our prophets,
While we stand aside and look?
Some say it's just a part of it,
We've got to fullfil the book.
So won't you help to sing
These songs of freedom?
'Cause all I ever had,
Redemption songs,
Redemption songs,
Redemption songs.
Old pirates, yes, they rob I,
Sold I to the merchant ships.
Minutes after they took I,
From the bottomless pit.
How long shall they kill our prophets,
While we stand aside and look?
Yes, some say it's just a part of it,
We've got to fullfil the book.
So won't you help to sing
These songs of freedom?
'Cause all I ever had,
Redemption songs.
All I ever had,
Redemption songs.
These songs of freedom,
Songs of freedom.

mercoledì 16 novembre 2011

Faber

Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino
dalla bottiglia di orzata
dove galleggia Milano
non fu difficile seguirlo
il poeta della Baggina
la sua anima accesa
mandava luce di lampadina
gli incendiarono il letto
sulla strada di Trento
riuscì a salvarsi dalla sua barba
un pettirosso da combattimento

I Polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare
i trafficanti di saponette
mettevano pancia verso est
chi si convertiva nel novanta
ne era dispensato nel novantuno
la scimmia del quarto Reich
ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava
le abbiamo visto tutti il culo
la piramide di Cheope
volle essere ricostruita in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista

La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ''tua culpa''
affollarono i parrucchieri

Nell'assolata galera patria
il secondo secondino
disse a ''Baffi di Sego'' che era il primo
-- si può fare domani sul far del mattino --
e furono inviati messi
fanti cavalli cani ed un somaro
ad annunciare l'amputazione della gamba
di Renato Curcio
il carbonaro

il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni
-- voglio vivere in una città
dove all'ora dell'aperitivo
non ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo --
a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile
un cannone nel cortile

La domenica delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
-quant'è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare --

Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione e ci guardarono cantare
per una mezz'oretta
poi ci mandarono a cagare

-- voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
coi pianoforti a tracolla travestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l'Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti
e dai padri Maristi
voi avete voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo —

La domenica delle salme
gli addetti alla nostalgia
accompagnarono tra i flauti
il cadavere di Utopia
la domenica delle salme
fu una domenica come tante
il giorno dopo c'erano i segni
di una pace terrificante

mentre il cuore d'Italia
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta.

lunedì 14 novembre 2011

Paul

FUGA DI MORTE


Nero  latte dell’alba lo beviamo la sera
lo beviamo a mezzogiorno e al mattino lo beviamo la notte beviamo e beviamo
scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
lo scrive ed esce dinanzi a casa e brillano le stelle e fischia ai suoi mastini
fischia ai suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra
ci comanda ora suonate alla danza.

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al mattino e a mezzogiorno ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
I tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti

Lui grida vangate più a fondo il terreno voi e voi cantate e suonate
impugna il ferro alla cintura lo brandisce i suoi occhi sono azzurri
spingete più a fondo le vanghe voi e voi continuate a suonare alla danza

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno e al mattino ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith lui gioca con i serpenti

Lui grida suonate più dolce la morte la morte è un maestro tedesco
lui grida suonate più cupo i violini e salirete come fumo nell’aria
e avrete una tomba nelle nubi là non si giace stretti

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno la morte è un maestro tedesco
ti beviamo la sera e la mattina beviamo e beviamo
la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
ti colpisce con palla di piombo ti colpisce preciso
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
aizza i suoi mastini contro di noi ci regala una tomba nell’aria
gioca con i serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco

i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith

 
 
©  Paul Celan

martedì 8 novembre 2011

il futuro

Ridammi la mia notte interrotta
la mia stanza di specchi, la mia vita segreta
È un posto solitario, questo,
non c'è rimasto nessuno da torturare
Dammi il controllo assoluto
su ogni anima viva
E sdraiati accanto a me, piccola;
è un ordine!
Dammi crack e sesso anale
Prendi il solo albero rimasto
e ficcatelo su per il buco
della tua cultura
Ridammi il Muro di Berlino
dammi Stalin e San Paolo
Ho visto il futuro, fratello:
è un macello.
Le cose stanno per sfuggire in ogni direzione
Non ci sarà nulla
Più nulla che tu possa misurare
La tormenta del mondo
ha varcato la soglia
e ha rovesciato
l'ordine dell'anima
Quando dicevano PENTITI
mi chiedo che cosa intendessero
Non mi distingui dal vento
non lo farai mai, non l'hai mai fatto
Io sono il piccolo ebreo
che ha scritto la bibbia
Ho visto sorgere e cadere le nazioni
Ho udito le loro storie, le ho udite tutte
ma l'amore è l'unico motore della sopravvivenza
Al tuo servo, qui, hanno ordinato
di dirlo chiaramente, di dirlo senza mezzi termini:
È finita, non si andrà
Oltre
E ora le ruote del cielo si fermano
senti il frustino del diavolo
Preparati per il futuro: è un macello.
Le cose stanno per sfuggire in ogni direzione
Ci sarà l'infrazione
dell'antico codice occidentale
La tua vita privata esploderà all'improvviso
Ci saranno fantasmi
ci saranno fuochi sulla strada
e il ballo dell'uomo bianco
Vedrai la tua donna
appesa a testa in giù
le sue fattezze nascoste dalla veste penzolante
e tutti i poetucoli da strapazzo
che ringalluzziranno
e cercheranno di scrivere come Charlie Manson
Ridammi il Muro di Berlino
dammi Stalin e San Paolo
Dammi Cristo
o dammi Hiroshima
Distruggi un altro feto adesso
Non ci piacciono per niente i bambini
Ho visto il futuro, piccola:
è un macello.
Le cose stanno per sfuggire in ogni direzione
Non ci sarà nulla
Più nulla che tu possa misurare
La tormenta del mondo
ha varcato la soglia
e ha rovesciato
l'ordine dell'anima
Quando dicevano PENTITI
mi chiedo che cosa intendessero
Leonard  Cohen  “il futuro” 1992 (traduzione di Alessandro Achilli)

domenica 6 novembre 2011

io mi devo difendere

Giorgio

Io se fossi Dio (e io potrei anche esserlo, sennò non vedo chi!) Io se fossi Dio, non mi farei fregare dai modi furbetti della gente: non sarei mica un dilettante! Sarei sempre presente. Sarei davvero in ogni luogo a spiare o, meglio ancora, a criticare, appunto... cosa fa la gente.
Per esempio il piccolo borghese, com’è noioso! Non commette mai peccati grossi! Non è mai intensamente peccaminoso! Del resto, poverino, è troppo misero e meschino e pur sapendo che Dio è più esatto di una Sweda lui pensa che l’errore piccolino non lo conti o non lo veda.
Per questo io se fossi Dio, preferirei il secolo passato, se fossi Dio rimpiangerei il furore antico, dove si odiava, e poi si amava, e si ammazzava il nemico!
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli, sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio, non sarei così coglione a credere solo ai palpiti del cuore o solo agli alambicchi della ragione. Io se fossi Dio, sarei sicuramente molto intero e molto distaccato come dovreste essere voi!
Io se fossi Dio, non sarei mica stato a risparmiare: avrei fatto un uomo migliore. Sì vabbe’, lo ammetto non mi è venuto tanto bene, ed è per questo, per predicare il giusto, che io ogni tanto mando giù qualcuno, ma poi alla gente piace interpretare e fa ancora più casino!
Io se fossi Dio, non avrei fatto gli errori di mio figlio e sull’amore e sulla carità mi sarei spiegato un po’ meglio! Infatti non è mica normale che un comune mortale per le cazzate tipo compassione e fame in India, c’ha tanto amore di riserva che neanche se lo sogna! Che viene da dire: Ma dopo come fa a essere così carogna?
Io se fossi Dio non sarei ridotto come voi e se lo fossi io certo morirei per qualcosa di importante! Purtroppo l’occasione di morire simpaticamente non capita sempre e anche l’avventuriero più spinto muore dove gli può capitare e neanche tanto convinto.
Io se fossi Dio farei quello che voglio, non sarei certo permissivo, bastonerei mio figlio, sarei severo e giusto, stramaledirei gli inglesi come mi fu chiesto, e se potessi anche gli africanisti e l’Asia e poi gli Americani e i Russi; bastonerei la militanza come la misticanza e prenderei a schiaffi i volteriani, i ladri, gli stupidi e i bigotti: perché Dio è violento! E gli schiaffi di Dio appiccicano al muro tutti!
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli, sono troppo invischiato nei vostri sfaceli...
Finora abbiamo scherzato, ma va a finire che uno prima o poi ci piglia gusto e con la scusa di Dio tira fuori tutto quello che gli sembra giusto.
E a te ragazza che mi dici che non è vero che il piccolo borghese è solo un po’ coglione, che quell’uomo è proprio un delinquente, un mascalzone, un porco in tutti i sensi, una canaglia e che ha tentato pure di violentare sua figlia... Io come Dio inventato, come Dio fittizio, prendo coraggio e sparo il mio giudizio e dico: Speriamo che a tuo padre gli sparino nel culo cara figlia! così per i giornali diventa un bravo padre di famiglia.
Io se fossi Dio, maledirei davvero i giornalisti e specialmente... tutti. Che certamente non son brave persone e dove cogli, cogli sempre bene. Compagni giornalisti, avete troppa sete e non sapete approfittare delle libertà che avete: avete ancora la libertà di pensare, ma quello non lo fate e in cambio pretendete la libertà di scrivere, e di fotografare.
Immagini geniali e interessanti, di presidenti solidali e di mamme piangenti. E in questa Italia piena di sgomento come siete coraggiosi, voi che vi buttate senza tremare un momento! Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti, e si direbbe proprio compiaciuti! Voi vi buttate sul disastro umano col gusto della lacrima in primo piano!
Sì vabbe’, lo ammetto: la scomparsa dei fogli e della stampa sarebbe forse una follia... ma io se fossi Dio di fronte a tanta deficienza non avrei certo la superstizione della democrazia!
Ma io non sono ancora del regno dei cieli, sono troppo invischiato nei vostri sfaceli...
Io se fossi Dio naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente: nel regno dei cieli non vorrei ministri e gente di partito tra le palle, perché la politica è schifosa e fa male alla pelle! E tutti quelli che fanno questo gioco, che poi è un gioco di forze, ributtante e contagioso come la lebbra e il tifo... E tutti quelli che fanno questo gioco c’hanno certe facce che a vederle fanno schifo, che siano untuosi democristiani o grigi compagni del piccì. Sono nati proprio brutti o, per lo meno, tutti finiscono così.
Io se fossi Dio, dall’alto del mio trono vedrei che la politica è un mestiere come un altro e vorrei dire, mi pare a Platone, che il politico è sempre meno filosofo e sempre più coglione; è un uomo tutto tondo che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo, che scivola sulle parole anche quando non sembra... o non lo vuole.
Compagno radicale, la parola "compagno" non so chi te l’ha data, ma in fondo ti sta bene, tanto ormai è squalificata. Compagno radicale, cavalcatore di ogni tigre, uomo furbino ti muovi proprio bene in questo gran casino e mentre da una parte si spara un po’ a casaccio e dall’altra si riempiono le galere di gente che non c’entra un cazzo... Compagno radicale, tu occupati pure di diritti civili e di idiozia che fa democrazia e preparaci pure un altro referendum questa volta per sapere dov’è che i cani devono pisciare!
Compagni socialisti, ma sì anche voi insinuanti, astuti e tondi! Compagni socialisti, con le vostre spensierate alleanze di destra, di sinistra, di centro, coi vostri uomini aggiornati, nuovi di fuori e vecchi di dentro!... Compagni socialisti fatevi avanti che questo è l’anno del garofano rosso e dei soli nascenti! Fatevi avanti col mito del progresso e con la vostra schifosa ambiguità! Ringraziate la dilagante imbecillità!
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli, sono troppo invischiato nei vostri sfaceli...
Io se fossi Dio, non avrei proprio più pazienza, inventerei di nuovo una morale e farei suonare le trombe per il Giudizio universale! Voi mi direte perché è così parziale il mio personalissimo Giudizio universale: perché non suonano le mie trombe per gli attentati, i rapimenti, i giovani drogati e per le bombe. Perché non è comparsa ancora l’altra faccia della medaglia.
Io come Dio, non è che non ne ho voglia. Io come Dio, non dico certo che siano ingiudicabili o addirittura, come dice chi ha paura, gli innominabili! Ma come uomo, come sono e fui, ho parlato di noi, comuni mortali: quegli altri non li capisco, mi spavento, non mi sembrano uguali. Di loro posso dire solamente che dalle masse sono riusciti ad ottenere lo stupido pietismo per il carabiniere. Di loro posso dire solamente che mi hanno tolto il gusto di essere incazzato personalmente. Io come uomo posso dire solo ciò che sento, cioè solo l’immagine del grande smarrimento.
Però se fossi Dio sarei anche invulnerabile e perfetto, allora non avrei paura affatto, così potrei gridare, e griderei senza ritegno che è una porcheria, che i brigatisti militanti siano arrivati dritti alla pazzia!
Ecco la differenza che c’è tra noi e "gli innominabili": di noi posso parlare perché so chi siamo e forse facciamo più schifo che spavento. Ma di fronte al terrorismo o a chi si uccide c’è solo lo sgomento.
Ma io se fossi Dio, non mi farei fregare da questo sgomento e nei confronti dei politici sarei severo come all’inizio, perché a Dio i martiri non gli hanno fatto mai cambiar giudizio. E se al mio Dio che ancora si accalora, gli fa rabbia chi spara, gli fa anche rabbia il fatto che un politicante qualunque se gli ha sparato un brigatista, diventa l’unico statista!
Io se fossi Dio, quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio, c’avrei ancora il coraggio di continuare a dire che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia Cristiana è il responsabile maggiore di trent’anni di cancrena italiana.
Io se fossi Dio, un Dio incosciente enormemente saggio, avrei anche il coraggio di andare dritto in galera, ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora quella faccia che era!
Ma in fondo tutto questo è stupido perché, logicamente... io se fossi Dio, la terra la vedrei piuttosto da lontano e forse non ce la farei ad accalorarmi in questo scontro quotidiano. Io se fossi Dio, non mi interesserei di odio o di vendetta e neanche di perdono perché la lontananza è l’unica vendetta è l’unico perdono!
E allora va a finire che se fossi Dio, io mi ritirerei in campagna come ho fatto io...

Joni

...mi sono avvicinata a un bambino di Dio, stava camminando lungo la strada e gli ho chiesto, dove stai andando? E lui mi ha risposto così : sto andando alla fattoria di Yasgur, mi unirò a una rock’n’ roll band, campeggerò nel prato e cercherò di liberare la mia anima. Siamo polvere di stelle, siamo oro, e dobbiamo cercare di tornare in Paradiso. Allora posso incamminarmi insieme a te, sono venuta qui per liberarmi dallo smog, e mi sento come un piccolo meccanismo in un qualcosa che gira, forse sarà il periodo dell’anno o forse soltanto un momento particolare,ma non so chi sono, ma la vita è fatta per imparare. Siamo polvere di stelle, siamo oro, e dobbiamo cercare di tornare in Paradiso. Quando arrivammo a Woodstock eravamo circa mezzo milione e dovunque c’erano canzoni e feste, e sognavo di vedere i bombardieri sganciare bombe nel cielo che si trasformavano in farfalle sopra la nostra nazione

martedì 1 novembre 2011

se io mi suicidassi?

la matematica

Ezra

anche se tutti...noi no!

Ricordo ancora la stanza dove ti ho conosciuto
non eravamo poi molti a frequentare quel buco
Stavi scrivendo sul muro tutto indaffarato
delle parole strane ma dal chiaro significato
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Forse era solo lo sfogo di un ragazzo arrabbiato
ma io vent'anni dopo non l'ho ancora dimenticato
perché sai, certe emozioni specialmente se sincere
le conservi nella mente e diventano bandiere 
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Cambian le facce signori gira la ruota del tempo
ma la mia vecchia canzone si alza ancora nel vento
Stiamo buttando alle ortiche per inseguire il potere
la nostra fede più antica e le ragioni più vere
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Ci hanno detto ragazzi qualcuno si era sbagliato
adesso tutto cambia viva il libero mercato,
ma c'è qualcosa che stona in questo ragionamento
qualcosa che non perdona qualcosa che resta nel vento
saran le voci di molti che ci hanno già lasciato,
e non mi pare che siano morti gridando: "viva il libero mercato!"
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!
Anche se tutti... noi no!